Ogni volta che una cantante sale sul palco del Teatro Ariston, uno stylist muore. E questo vale anche per la tanto attesa finale del Festival di Sanremo. Ma tutte le volte in cui Bianca Balti si è palesata sul palcoscenico, ah beh, lo stylist di cui sopra ha man mano ripreso vigore ed è tornato in vita. Supér, direbbero i francesi: una creatura meravigliosa e sorridente, perfetta negli abiti in pizzo che Dolce e Gabbana ha realizzato per lei. Talmente tanto perfetta, che abbiamo fatto finta di non vedere quell’orrendo shatush bicromo, di cui sui social network si è tanto (s)parlato.
Talmente perfetta sì, ma anche talmente tanto umana, quando è inciampata per caso e, piuttosto che sprofondare per la vergogna, si è aperta in un sorriso luminoso che ha abbagliato la platea dell’Ariston. O quando l’abbiamo vista scendere le scale a piedi nudi, senza nemmeno l’ombra di un tacco 12. Nessun atteggiamento da diva impostata, soltanto una risata contagiosa e una bellezza naturale e strepitosa. Gli abiti perfetti, tutti: quello in pizzo candido, illuminato da enormi e barocchi chandelier dorati come gli ornamenti della vara della festa di Sant’Agata, il nero a sirena arricchito da orecchini a forma di croce, il tailleur con pantaloni affusolati a vita alta e giacchino corto (le scarpe dorate sono una favola) e, dulcis in fundo, l’abito rosso con décolléte in tinta decorate in punta da dettaglio in oro. Strepitosa. Voto 10.
Ha attentato alla vita del già citato stylist, tutti i santi giorni della sua esperienza sanremese, Simona Molinari, che proprio non sa che cosa significhi eleganza: abito cortissimo monospalla interamente tempestato di paillettes argento, a cui è appeso una sorta di bianco mantello. C’è solo una cosa da dire: perché? Voto 3.
Per l’ultima sera del Festival, Chiara ha pensato di dare fondo a tutto lo chiffon che Alberta Ferretti aveva nello showroom e metterselo addosso. L’abito in sé e per sé è molto elegante e sofisticato, ma tutti quei km di stoffa e lo scollo all’americana stanno bene a chi ha un fisico longilineo. Chiara ha forme femminili e mediterranee, l’abito la ingrassa. Voto 5,5.
La vera diva del Festival è stata Malika Ayane che ha scelto il nero anche per l’ultima serata. Abito lungo accollatissimo davanti e molto, molto scollato dietro così da far vedere l’enorme tatuaggio a colori. L’eleganza dei suoi vestiti, delle sue movenze e la sua attitudine scicchissima, così come nel caso di Bianca Balti, ci fanno chiudere un occhio sul biondo ossigenato dei suoi capelli, che ha accecato l’intera platea. Voto 9.
Se Malika Ayane nel suo abito lungo sembra una diva d’altri tempi, Annalisa con il suo minidress in organza, interamente ricamato a filo, con maniche corte e gonna a ruota, di Blugirl sembra un bon bon. Non ha sbagliato una mise. Voto 8.
Trovare parole per il vestito indossato, in occasione del gran finale, da Maria Nazionale è difficile. Lei è tanta, ma proprio tanta. Incarna l’idea della femmina napulitana. Quale bisogno c’è ancora di urlare al mondo la sua strabordante femminilità (leggi décolléte) stretta in quel tubino a sirena blu elettrico, con scollo a barca che le sega le braccia tornite? Voto 2.
Tre mise tra azzeccate, invece, per Luciana Littizzetto che l’ultima sera del Festival ci ha finalmente deliziato con abiti belli e che le donavano molto. Meglio tardi che mai. Il fashion gossip dice che la Littizzetto abbia boicottato i vestiti disegnati per lei da Albino, per scegliere nuovamente di indossare mise firmate da Aquilano.Rimondi. In tutto ciò, una cosa, però, continua a non esserci chiara: perché tutte le sere ha scelto di infilare le sue gambine in calze 15 mila denari? Il collant mappazzone, direbbe Barbieri di Masterchef, ha mortificato complessivamente il look. Voto 7.
Vince il Festival di Sanremo: Marco Mengoni! E a lui consegniamo lo scettro ultimo e definitivo di uomo meglio vestito. Massimiliano Giornetti, direttore creativo di Salvatore Ferragamo si è superato disegnando per lui completi uno più bello dell’altro, compreso quello color vinaccia che ha indossato la sera in cui è stato proclamato vincitore. Voto 10 magna cum laude.
Pinella PETRONIO
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